Nei mesi scorsi abbiamo sentito molto parlare del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il pacchetto di investimenti e riforme che l’Italia ha condiviso con l’Unione Europea soprattutto per affrontare le conseguenze economiche e sociali prodotte dalla pandemia di Covid-19.

Un programma che prevede novità e opportunità anche per il mondo dello sport e le realtà che operano in questo settore, come il Centro Sportivo Italiano.

 

In generale il PNRR mira a creare presupposti durevoli per promuovere la cultura, la rigenerazione territoriale e potenziare il ruolo dello sport come strumento di inclusione e integrazione sociale. Per gli estensori del Piano, l’obiettivo è garantire il diritto allo sport alle fasce deboli in aree del Paese disagiate, sia urbane che rurali. Perciò le comunità più indigenti hanno una corsia preferenziale per beneficiare di interventi e misure coerenti pure con le finalità di transizione verde e digitale. Parole d’ordine: coesione e capacità di resilienza economica e sociale.

 

Ma che cosa stabilisce per lo sport il PNRR? Come si può leggere a pagina 220, il Piano complessivamente stanzia 1 miliardo di euro, ripartiti in due linee di investimento.

1)     300 milioni per il potenziamento delle infrastrutture sportive nelle scuole “attraverso la costruzione e la ristrutturazione, potenzialmente, di oltre 400 edifici da destinare a palestre o strutture sportive”;

2)     700 milioni per la creazione di impianti sportivi e parchi attrezzati “al fine di favorire l’inclusione e l’integrazione sociale”.

Stando a quanto riportato su italiadomani.gov.it, (il sito ufficiale dedicato a Italia Domani, altro nome del PNRR) , per il 2022 è programmata una spesa di 84 milioni di euro per avviare le attività per costruire infrastrutture sportive o crearne di nuove. Entro marzo 2023 è in calendario l’aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per progetti in materia di sport e inclusione sociale a seguito di un invito pubblico a presentare proposte; invece giugno 2026 è il termine ultimo per completare interventi relativi ad appalti riguardanti almeno 100 strutture sportive e 200mila mq.

La necessità di cogliere a pieno le opportunità offerte dal PNRR è ormai consapevolezza diffusa e ripetuta, ma bisogna investire bene le sue risorse ingenti, per tornare allo sviluppo ed interrompere l’andamento negativo dell’economia”, dichiara Lorenzo Bernardini, presidente del Comitato di Arezzo del CSI. “Nel parlare del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è meno diffusa invece la consapevolezza dell’importanza delle risorse destinate allo sport. Infatti è sempre meno frequente la narrazione dello sport come strumento di carattere economico, occupazionale e sociale. Eppure è un comparto produttivo a tutti gli effetti, che genera PIL, posti di lavoro e indotto. I comuni soprattutto in questo caso hanno un ruolo rilevante per il corretto impiego dei finanziamenti PNRR e, nella quasi totalità dei casi, sono anche i proprietari degli impianti sportivi e scolastici. Infrastrutture che sono in grado di abbinare la tradizionale dimensione sportiva – agonistica e non agonistica – con l’importante funzione sociale”.

C’è però una grave carenza nel PNRR”, continua Bernardini. “Mi riferisco alla circostanza di non considerare adeguatamente il ‘pericolo di fallimento’ di tantissime società sportive, le stesse che poi dovrebbero far funzionare le palestre e gli impianti che si intendono realizzare. Ce ne sono migliaia a rischio chiusura perché da troppo tempo ferme causa Covid. Inoltre hanno fatto investimenti. Italia Domani purtroppo non dà loro alcuna risposta su come ripartire. Insomma lo sport, per il ruolo che ricopre, dovrebbe avere una sua considerazione a tutto tondo, e non essere aiutato prevalentemente con la voce impiantistica”.

In sintesi”, puntualizza il presidente del CSI aretino, “sommando PNRR ed altre risorse ordinarie, dovrebbero essere tre gli obiettivi dei comuni: intercettare fondi dal Piano ed altre opportunità per creare o rigenerare impianti sportivi anche scolastici; incentivare con adeguati finanziamenti le associazioni sportive a ripartire; svilupparsi secondo una gestione manageriale. Come diciamo spesso, lo sport è un mondo molto complesso, ma è pure benessere, socialità e comunità”.

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