“Le prescrizioni imposte dal nuovo Dpcm – dichiara il presidente del CSI Arezzo, Lorenzo Bernardini, sono pesantissime e in alcuni punti del tutto irrazionali.

Chiudere il 90% delle attività sportive, imporre limitazioni a molte attività, che di fatto altro non sono che una ‘serrata incondizionata’, sono risposte non efficaci che porteranno con sé gravissimi danni alla nostra città e a tutta Italia. Pensiamo a chi vive di sport e ai benefici che esso stesso svolge nella vita di ognuno di noi”.

“E poi negli autobus di 16 metri quadrati possono entrare 40 persone. Invece, nelle strutture sportive, anche superiori ai 16 metri quadrati, zero. Ci sono tante strutture che si sono organizzate per poter svolgere le proprie attività in sicurezza con grandi sacrifici economici. Il settore, a mio avviso, è stato preso in giro facendo sì che linee guida e protocolli anticovid oggi non valessero più niente” insiste ancora Bernardini senza nascondere contrarietà rispetto alle nuove disposizioni.


Il CSI aretino, a questo punto, entra nel mare magnum dell’ultimo Decreto cercando di fare chiarezza: “ci accorgiamo che la parte meno chiara è quella appunto relativa allo sport, che lascia ampio margine a interrogativi e interpretazioni – dice sempre Bernardini. Dopo giorni di rinvii e di aggiornamenti, la decisione è presa: ‘sono sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali’. E ancora, ‘centri culturali, centri sociali e centri ricreativi’. Resta la possibilità di svolgere attività sportiva di base e attività motoria in genere purché all’aperto ‘presso circoli sportivi, pubblici e privati’, senza creare assembramenti e rispettando le distanze. È sospeso lo sport da contatto, come il calcio, il calcetto, il basket: ‘sono altresì sospese l’attività sportiva dilettantistica di base, le scuole e l’attività formativa di avviamento relative agli sport di contatto – riporta testualmente la norma- nonché tutte le gare, le competizioni e le attività connesse agli sport di contatto, anche se aventi carattere ludico-amatoriale’.

Riassumendo, lo sport da contatto è sì vietato, ma far allenare bambini e ragazzi all’aperto e rispettando le distanze è ancora possibile. Un’altra novità è lo stop al pubblico negli impianti.

Spieghiamo anche il termine palestra: si intende qualunque locale attrezzato per praticare sport al chiuso (indoor), sia individuali che di squadra.

Resta, comunque, consentito svolgere attività sportiva o motoria all’aperto, anche presso aree attrezzate e parchi pubblici, ma sempre rispettando la distanza di 2 metri per l’attività sportiva e di 1 metro per ogni altra attività, come le passeggiate.

E mentre sono sospese le gare degli sport individuali e di squadra, in luoghi pubblici e privati, rimangono consentiti ‘eventi e competizioni sportive, riconosciuti di interesse nazionale, nei settori professionistici e dilettantistici, dal Coni, dal Comitato Paralimpico e dalle rispettive federazioni sportive nazionali’. Gli atleti di interesse nazionale possono continuare ad allenarsi, purché lo facciano a porte chiuse.

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