Attività fisica e sportiva non sono la stessa cosa, ci sono delle notevoli differenze che illustra il CSI aretino con il suo presidente Lorenzo Bernardini. Innanzitutto va detto che solo per l’attività motoria la mascherina è sempre obbligatoria, anche all’aperto e per tutto il giorno.
Infatti, l’attività motoria (che è l’equivalente dell’attività fisica) consiste per l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) “in qualunque movimento determinato dal sistema muscolo-scheletrico che si traduce in un dispendio energetico superiore a quello delle condizioni di riposo”.
Mentre l’attività sportiva: “comprende situazioni competitive strutturate e sottoposte a regole ben precise”. Quindi, è un gioco istituzionalizzato, codificato in modo tale da essere riconosciuto e riconoscibile da tutti.
Perciò, ricapitolando: chi fa jogging, attività intensa e sport competitivi non deve indossare la mascherina. Al contrario, durante la camminata veloce questa è obbligatoria. Camminare, infatti, anche se a passo svelto, è considerata attività motoria o fisica, e non sportiva.
Niente mascherina, invece, per i bambini sotto i 6 anni, per i disabili e durante l’attività “sportiva” che svolgono.
Tuttavia, anche se la corsa solitaria viene fatta in maniera amatoriale, senza competizione, la mascherina protettiva è esclusa, poiché potrebbe ridurre l’afflusso di ossigeno. Stessa cosa per chi va in bici.
Inoltre, si può passeggiare soltanto in prossimità della propria abitazione. Nel Dpcm non viene specificato con esattezza quanti metri ci si possa allontanare da casa, in alcune zone d’Italia – come al Nord – l’interpretazione della norma ha fissato la distanza massima 500 metri, in altre in 200 metri.
In zona rossa è consentito, infine, anche andare in bicicletta per fare sport, ma non si può andare fuori dal comune e neppure farlo in gruppo, quindi con altri ciclisti: il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri vieta, infatti, gli assembramenti e impone i due metri di distanza quando si svolge attività sportiva.